CLIMATE CHALLENGE

In Climate Challenge vestiamo i panni del presidente dell'Unione Europea alle prese con i vari aspetti della crisi ecologica. L'obbiettivo è quello di abbassare drasticamente nell'arco di un centinaio di anni le emissioni di co2 prendendo provvedimenti nell'ambito delle politiche nazionali, dell'import-export, dell'industria e delle infrastrutture. Il gioco è strutturato in turni in ognuno dei quali si ha la possibilità di giocare delle carte che rappresentano particolari decisioni. La scelta delle carte è inizialmente abbastanza ridotta ma il mazzo si ingrossa rapidamente di turno in turno.
Ogni carta fornisce informazioni rapide e precise su opzioni attualmente disponibili nella realtà, si va ai sussidi dalle auto ibride a svariate soluzioni per le energie alternative, dalla messa fuori legge dello "stand by" degli elettrodomestici al discusso commercio delle quote di co2. Fra le possibilità troviamo anche provvedimenti non direttamente collegati al cambiamento climatico e come la tassazione generale o la sanità pubblica e diverse mosse "populiste" o inequivocabilmente dannose come le olimpiadi o i finanziamenti alle centrali elettriche basate su combistibili fossili.
Come nella tradizione inaugurata da simcity e civilization molte opzioni diventano accessibili solo dopo aver preso determinati provvedimenti: investire nelle infrastrutture ferroviarie può non dare risultati immediati ma consente di muovere passi importanti in seguito.
Tutte le scelte provocano una serie di effetti positivi e/o negativi sui vari fattori coinvolti: produzione energetica, acqua, produzione alimentare ed emissioni. Altri importanti variabili in gioco sono la disponibilità di finanze pubbliche e l'opinione pubblica. Essere vittima di una crisi energetica o alimentare, attuare troppe scelte impopolari farà precipitare il nostro consenso terminando prematuramente la partita.
La componente dell'opinione pubblica si direbbe modellata in maniera molto intelligente: nello scegliere un provvedimento è possibile sondare il parere dei cittadini riassunti con una coppia di frasi, spesso pro-e-contro, che riassumono il sentire comune. All'inizio del gioco il popolo sarà molto restio a rinunciare alle amate macchine ma col potenziamento dei trasporti alternativi, l'orientamento cambierà in senso decisamente ecologista.
Essendo il cambiamento climatico un problema globale, gli sviluppatori della Red Redemption hanno pensato bene di inserire una componente di rapporti internazionali. Periodicamente il giocatore parteciperà ad incontri fra i rappresentanti dei vari blocchi continentali per decidere sulle politiche di riduzione delle emissione. Se la performance dell'unione europea sarà soddisfacente, gli altri paesi saranno più propensi a seguire l'esempio. Come insegna la parabola del trattato di Kyoto, alcuni blocchi potranno decidere di sottrarsi agli obbiettivi comuni ma il giocatore potrà comunque far cambiare idea ai rappresentanti dissidenti fornendo sussidi economici.

In Climate Challenge, innescare un circolo virtuoso e salvare il mondo è piuttosto facile. Dopo un paio di partite si è spinti a pensare che le soluzioni ad un problema tanto grave siano veramente a portata di mano. Lascia un po' perplessi la schematizzazione della componente industriale, la maggior parte delle soluzioni hanno a che fare con infrastrutture e consumi famigliari mentre la regolamentazione dell'impatto delle industrie è limitato ad un paio ci carte. Attuare privatizzazioni dell'acqua o dell'energia non sembra restringere le possibilità di controllo statale sui settori ed ovviamente lo spinoso problema dell'ingerenza dei poteri economici nelle decisioni politiche è accuratamente rimosso. Al termine di ogni partita viene presentato un responso della performance del "presidente" in termini di politiche ambientali, ricchezza e popolarità. Purtroppo, per un'imprecisione dei parametri di valutazione (spiegata dagli stessi sviluppatori qui) è quasi impossibile ottenere un buon voto alla voce "welfare" e il gioco rischia di dare il pessimo messaggio che la sostenibilità ambientale può essere raggiunta solo a spese dell'occupazione e del benessere economico (molti studi dimostrano che sul medio-lungo termine avverrebbe precisamente il contrario).

Nonostante questi dettagli discutibili Climate Challenge è una simulazione che riesce ad essere complessa ma semplice da giocare, informativa ed allo stesso divertente.
Giocate e diffondete.

*Fra gli altri giochi sul cambiamento climatico si possono ricordare il seminale SimEarth della Maxis, l'advergame per il greenwashing della BP (attualmente offline) e il pallosissimo educational CO2FX
03/12/07 | | | #